Ecco il traduttore automatico nella lingua dei segni. Piccolo passo per il digitale (forse), grande passo per l’umanità. Per la precisione, per la comunità di persone che non possono parlare o udire che in Italia sono 5 milioni! QuestIT ha lanciato questo robot umanoide che traduce tutto quello che sente nella LIS e apre il mondo (soprattutto quello on line) a tutti gli esclusi. E, perché no, anche a coloro che non parlano, semplicemente, la stessa lingua. La rivoluzione parte da QuestIT, in Toscana
di Enzo Argante
Innovazione e futuro da un lato, educazione e sostegno dall’altro: l’intelligenza artificiale è pronta a conquistare il presente, ma con uno sguardo rivolto al futuro. Questo sguardo, però, non comprende solo fattori economici o tecnici, bensì umanitari, educativi e sociali. L’inclusione, in particolar modo, risulta il tratto distintivo per eccellenza e si presenta sotto forma di un avatar, ovvero un soggetto virtuale dotato proprio d’intelligenza artificiale. Da questa unione nasce il primo artificial human in grado di parlare ed interpretare la LIS, vale a dire la Lingua dei Segni. La realtà artefice di questa scoperta, anzi della realizzazione di questo progetto è made in Italy, toscana per la precisione: QuestIT, una company specializzata proprio nella creazione di tecnologie dotate di IA, che si dimostra un’azienda di frontiera dotata di un’anima fatta di ricerca e sviluppo. “In quanto impresa del settore, non potevamo non rispondere alle esigenze della Comunità Europea – afferma Ernesto Di Iorio, CEO di QuestIT – Siamo chiamati a promuovere tecnologie futuristiche e, allo stesso tempo, anche inclusive perché queste devono essere di supporto per gli tutti gli utenti in modo tale che essi possano trarne beneficio. L’avatar in grado di comunicare attraverso la LIS è un progetto che nasce dal coinvolgimento dell’Università di Siena e dal laboratorio Language and Communication Across Modalities dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del Consiglio Nazionale delle Ricerche, oltre alla collaborazione esterna del gruppo SILIS, ovvero il Gruppo per lo studio e l’informazione della Lingua dei Segni Italiana”. Il target di quest’iniziativa?
Solo in Italia ci sono quasi 5 milioni di sordi che potranno accedere con facilità e a costi praticamente zero, a qualsiasi opportunità e servizio digitale. Ma vediamo quali potranno essere i campi di applicazione. L’umanoide artificiale può essere inserito all’interno di piattaforme istituzionali o website della Pubblica Amministrazione, in questo modo, le persone affette da disabilità possono interfacciarsi con l’assistente e recepire tutte le informazioni di cui hanno bisogno nella maniera più autonoma possibile. Oppure può essere applicato anche a molti altri campi come, ad esempio, quello del banking in cui le informazioni sono, nel 99.9% dei casi, riservate e delle utility. I vantaggi? Innumerevoli a partire dalla riduzione dei tempi di attesa. Inoltre si offre la possibilità di fare segnalazioni in totale autonomia.
Anche l’universo lavorativo e degli eventi può essere un importante campo di applicazione dell’avatar. Durante una conferenza stampa, le spokesperson possono utilizzare il gemello virtuale per tradurre le loro parole in gesti e farsi così capire dall’intera platea. A lavoro, in riunione e perché no nei business meeting, l’artificial twin fa della traduzione simultanea la propria forza e dell’inclusione la propria legge. “Essere i primi ad aver sviluppato questa tecnologia ci rende molto fieri ed orgogliosi, ma al tempo stesso ci fa sentire affamati di futuro – aggiunge Di Iorio – Conosciamo molto bene le dinamiche di mercato e i possibili sviluppi. Il boom della business unit dell’IA ci fa ben sperare in vista del futuro e siamo ben consapevoli delle potenzialità di questa incredibile tecnologia”.
Il primo artificial human, in grado di parlare la lingua dei segni italiana, non è nato per caso: tutti devono avere la possibilità di soddisfare le proprie necessità in maniera del tutto autonoma. “Rispondere prontamente attraverso i segni simboleggia una vera e propria rivoluzione nell’ambito della tecnologia, dell’educazione, dei servizi e… dell’umanità. Conversare senza utilizzare le parole è possibile e l’intelligenza artificiale è la chiave che la apre la porta utile ad approdare nel futuro senza dimenticare di vivere il presente nel migliore dei modi”.
ERNESTO DI IORIO, CEO DI QUESTIT
Si è laureato in Ingegneria Informatica presso l’Università degli Studi di Siena nel 2005. Dal 2005 al 2008 ha frequentato il Dottorato di ricerca in Informatica, Logica Matematica e Scienze Cognitive dell’Università degli Studi di Siena. Nel 2007, insieme ad altri soci, ha fondato QuestIT s.r.l. come spin-off del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione.
Dal 2011 al 2014 ha collaborato con il Dipartimento di Scienze della Comunicazione dell’Università di Siena in vari progetti di ricerca internazionali. La sua attività di ricerca, nei settori del Natural Language Processing, Machine Learning e Information Retrieval, è confluita in numerose pubblicazioni