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Intelligence planetaria

Il nostro editorialista Andrea Crosta, laurea in psicologia, master in scienze naturali e business innovation è un esperto di intelligence della sicurezza sia per le imprese che per agenzie governative, con una missione speciale: contrastare le criminalità ambientali e salvare il pianeta. 

di Enzo Argante

Andrea Crosta è un esperto di intelligence, della sicurezza, sia per quanto riguarda le imprese che per le agenzie governative con una missione speciale: contrastare i crimini ambientali e “salvare il pianeta”. Conosciamolo. Un Master in Scienze naturali e uno in Business Innovation, una laurea in Psicologia. Sono elementi apparentemente distanti tra di loro che, invece, combinano e definiscono quale competenza?

Dunque, sono partito con una laurea in Scienze Naturali perché, seguendo un po' il mio cuore, seguendo come sono nato, nel senso che sono nato con questa grande passione per la natura, per difendere la fauna selvatica e quindi, quando è arrivato il momento di scegliere l'università, non avevo dubbi su quale. Quindi scienze naturali all’Università di Milano con una tesi di tipo zoologico. Questo perché pensavo fosse il mio destino finale, diciamo. Poi però, a un certo punto, ero curioso verso altre cose, incluso il business. Era la fine degli anni 90, quindi il 98, io vidi negli Stati Uniti che stava nascendo una cosa che si chiamava commercio elettronico, quindi shopping online, e ho pensato questa secondo me un giorno sarà una cosa grande, vorrei creare anch'io un sito di commercio elettronico. Però non avevo studiato, non sapevo nulla e quindi ho anche preso una laurea a un certo punto in business administration and innovation e questo mi ha aiutato a iniziare quell'avventura del secondo sito di Commercio elettronico in Italia. Quindi si parla proprio veramente della Preistoria del commercio elettronico. Infine a un certo punto, forse influenzato da mio nonno che è stato uno dei primi psicanalisti nel Nord Italia, pensai che fosse necessaria una laurea che mi aiutasse a comprendere meglio me stesso e l'animo umano, anche dal punto di vista politico e utilizzarla anche dal punto di vista business su qualunque cosa tu faccia. Alla fine si tratta di persone no? E quindi è importante avere gli strumenti magari per rapportarsi a queste persone in maniera più efficace, migliore e quindi ho preso anche la laurea in psicologia. 

Grande esperienza nel campo della concentrazione ambientale e della sicurezza per aziende, per agenzie governative, sia su tecnologie e servizi di alto livello, sia con sicurezza nelle sue varie forme interne di indagini e gestione del rischio. Un mondo poco conosciuto forse all'opinione pubblica, ma di grandissimo valore strategico. 

Sì, dopo l’esperienza con il sito di commercio elettronico in Italia che si chiamava ThinK Italy e che è iniziata nel 98 e che ha avuto un enorme successo, sono andato su su e poi sono ritornato giù quando nel 2001 il Nasdaq è crollato, quindi ho perso praticamente tutto però ero già in questo mondo della tecnologia, del business e per una serie di ragioni sia di interesse personale, ma anche per amicizia che avevo mi sono riorientato verso le tecnologie e i servizi nel campo dell'intelligence, della sicurezza, dell'investigazione. Quindi sono tutti quei software, tecnologie, ogni tanto hardware, servizi proposti e offerti da aziende private e poi comprati molto spesso da governi, agenzie governative, agenzie interinali e grandi società e quindi ho iniziato a fare quello per parecchio tempo. Per capirci, rappresentavo come business development in giro per il mondo questa società e cercavo ovviamente di presentare i suoi prodotti. Si parlava di prodotti spy, per esempio tutta la categoria spyware, quindi i prodotti software che le agenzie governative per esempio usano per spiare e seguire i telefoni dei terroristi. Mi sono occupato di servizi di antipirateria, erano i tempi in cui c'era parecchia pirateria nelle coste somale e si dovevano proteggere le navi che partivano dal Golfo del Mediterraneo. Per esempio in Africa ho lavorato parecchio nel Corno d'Africa, Tanzania, Kenya con politici che avevano bisogno di sicurezza perché si stavano confrontando con gruppi terroristici terroristici come al Shabaab. Insomma, ho fatto quello per tanti anni senza mai però abbandonare la mia passione per la conservazione ambientale e per la protezione della fauna selvatica. Infatti in tutto questo periodo sono sempre rimasto molto vicino a una fondazione che si chiama Fondazione La Torbiera che è vicino a Milano ed è collegata anche a un parco naturalistico. Quindi non ho mai abbandonato quello perché era un po' dove stava il mio cuore, diciamo, però continuai a fare business in diverse maniere per diverse società su diversi soggetti fino a quando, appunto, nel 2010 è successa una serie di cose che mi ha fatto ritornare al punto di partenza. Si è chiuso un po' questo lungo circolo di vita. 

Figura decisamente singolare che definisce un know how atipico e quindi l'applicazione di tutte queste competenze alla criminalità ambientale e alla produzione della fauna che invece hanno sempre avuto quasi una simbologia politica e hanno definito un'area politica. Invece no, non è questione di area politica, ma di regolare attività di conservazione. Come avviene questo contrasto? 

Nel 2010 mi trovavo in Kenya per il mio lavoro precedente, quindi nel campo della sicurezza e della consulenza su materie di intelligence di investigazione e ai tempi lavoravo per una società di sicurezza italiana a Milano e avevamo come cliente l'ex primo ministro somalo che aveva una serie di problemi di sicurezza. Nel 2010 erano i tempi in cui, non so se ve lo ricordate, comunque erano i tempi in cui stavamo nel bel mezzo di una enorme crisi di bracconaggio degli elefanti. Venivano ammazzati dai bracconieri 40-50.000 elefanti all’anno in tutta l'Africa per il traffico di avorio illegale, ovviamente, e io mi trovai lì nel bel mezzo di ciclone. Per le mie conoscenze lavoravo anche con alcune agenzie governative del Kenya, compresi Rangers che uscivano nei parchi nazionali nella savana cercando di capire cosa stava succedendo. Così vidi queste scene tremende che forse avete visto nei film di intere famiglie di elefanti massacrati per l'avorio e nella mia testa, forse perché venivo appunto dal campo della sicurezza, dell’intelligence, iniziai a pensare e a chiedere in giro informazioni su quello che stava succedendo e capii presto che quello che stavo vedendo era solo la punta dell'iceberg. Nel senso che i crimini ambientali erano e sono una cosa enorme, sono il quarto crimine al mondo per dimensione, quasi 260 miliardi di dollari all'anno e includono ovviamente la pesca ilegale, il legno illegale eccetera, ma anche il traffico di avorio, e la cosa che pensai subito è “ma scusate, stiamo parlando del quarto crimine ambientale per serietà, per entità e nessuno sta combattendo utilizzando l'intelligence, quindi utilizzando le stesse metodologie e lo stesso approccio che utilizziamo per combattere altre minacce globali come il terrorismo, come la criminalità organizzata, come il narcotraffico?”. Forse perché venivo appunto da tanti anni in quel campo, per me è stato facile vedere quello che mancava e quindi, appunto, ho chiesto in giro chi è che utilizza l'intelligence professionale, quindi non soltanto metodologie eccetera, ma anche ex dell'intelligence per combattere questi fenomeni e la risposta è stata nessuno e quindi io mi sono licenziato da quello che stavo facendo, che tra l'altro non mi dava neanche particolare felicità, perché probabilmente mi mancava una ragione più importante per stare al mondo e decisi in quegli anni, 2010-2012, che un giorno io avrei creato la prima agenzia di intelligence dedicata al pianeta Terra. 

Che si chiama Earth League International… 

Esatto e una delle prime cose che feci, mi ricordo, anche appunto grazie al mio passato nell'altro campo lavorativo, iniziai a contattare alcune persone con cui ho lavorato negli anni, soprattutto qui negli Stati Uniti, quindi ex FBI, ex CIA, analisti criminali, operatori sotto copertura eccetera, per appunto creare questo piccolo team in grado, nella mia idea iniziale, che è anche quella attuale, di investigare questi fenomeni al più alto livello possibile . Non fermarsi ai bracconieri che vedete nel mezzo dell'Africa che magari ammazzano un rinoceronte, un elefante, o pescatori illegali che sono quasi sempre dei poveracci che cercano soltanto di sbarcare il lunario per prendere pochi dollari, ma a risalire e investigare, infiltrarsi dentro questi network criminali internazionali e cercare di capire chi li comanda, chi li guida, chi sta in cima per poi aiutare le forze dell'ordine ad arrestarli. Quindi iniziai appunto a reclutare questi collaboratori, che sono tra l'altro ancora con me dopo tanti anni. Il mio braccio destro, Mark Davis, ha passato 28 anni tra l'FBI e la CIA, è stato uno degli agenti sotto copertura più di successo nella storia dell’FBI, ha lavorato con El Chapo, con Pablo Escobar, con la mafia russa, con un po' qualunque tipo di gruppo criminale al mondo e adesso stiamo utilizzando non solo io, ma anche queste persone, le stesse competenze per invece combattere i crimini ambientali. 

C'è anche Wild Leaks che chiede la complicità anche della gente, delle persone, della comunità su questo. 

Sì esatto. Io ho fondato nel 2013, quindi proprio 10 anni fa, l'organizzazione Earth League International. L'anno dopo, appunto iniziando a girare il mondo e a lavorare su questi temi, mi sono reso conto che un sacco di persone in giro per il mondo hanno un sacco di informazioni su questo crimine, ma spesso hanno paura di condividere, non sanno però con chi condividere. In alcuni paesi del mondo, Africa, Asia, Sudamerica, dove a causa della corruzione sono coinvolte anche le agenzie governative, le persone hanno paura, non vanno neanche dalla polizia a denunciare un crimine contro l'ambiente. Quindi ho pensato di creare il progetto Wild Leaks. Ho creato una piattaforma online sulla tecnologia Thor per creare appunto uno spazio sicuro online dove chiunque, in maniera assolutamente anonima e protetta, può mandarci informazioni su cosa sa sul crimine ambientale e poi noi utilizziamo queste informazioni o per investigare su queste cose quando abbiamo la possibilità oppure abbiamo parecchi partner fidati in agenzie governative in giro per il mondo, compreso gli Stati Uniti, e quindi le condividiamo con loro. 

Decisamente evocativo come racconto, non per sdrammatizzare o banalizzare quello che dici, perché sono storie vere, però certo è evocativo in una certa cinematografia che propone queste storie che sembrano irreali, invece sono realtà. Tant'è che tu sei diventato autore di documentari per Netflix, The Ivory Game o anche Sea of Shadows sulla pesca illegale. 

Sì, la nostra organizzazione come puoi capire ha una parte assolutamente segreta e confidenziale, nel senso che probabilmente adesso un buon 50% di quello che facciamo non sarà mai condiviso con il pubblico, ma solo con appunto forze dell'ordine perché tocchiamo temi molto delicati e andiamo a indagare persone che sono pericolose e quindi non è assolutamente possibile anche rilasciare certe informazioni con il pubblico. Abbiamo però anche un'altra faccia, diciamo più pubblica, perché comunque siamo una Ong registrata negli Stati Uniti quindi siamo una charity e abbiamo dei doveri rispetto al pubblico, dobbiamo anche spiegare cosa facciamo, dobbiamo cercare anche di di portare un certo messaggio e quindi alcuni anni fa abbiamo deciso di renderci disponibili e di collaborare con alcuni scrittori, alcune persone in questa fase importante, che lavorano nel campo cinematografico per creare dei prodotti media che possano poi diventare non solo strumenti proprio di cambiamento, ma anche veicoli per parlare di questi temi a un pubblico più vasto possibile. Quindi abbiamo una collaborazione con una casa di produzione austriaca, Terra Amata, in collaborazione anche con Leonardo Di Caprio che ha prodotto ambedue i documentari, sia quello su Netflix che Sea Shadow su Disney, e adesso stiamo lavorando su un terzo documentario, e sono tutte e due documentari di grandissimo successo. Sea Shadows ha vinto al Festival di Sundance nel 2019. Noi siamo tra i protagonisti in questi documentari ed è ed è un modo che abbiamo per parlare diciamo con il pubblico e far vedere un pochettino come lavoriamo. 

Tu collabori con le forze dell'ordine, con le agenzie governative statunitensi e non, in maniera pubblica ma anche riservata. Poi c'è anche un’intessissima attività accademica. Vuoi citarle tu le principali collaborazioni accademiche? 

Sì, hai detto giusto. Intanto lavoriamo con tante agenzie governative negli Stati Uniti, con Homeland Security Investigation, Fish and Wild Life,, passiamo informazioni anche a State Department e altre agenzie governative in giro per il mondo, lavoriamo con procuratori in Messico, in Bolivia, in Colombia, in Thailandia, in Sudafrica. Poi però sempre per cercare appunto di avere una parte pubblica seria, mirata e capace di, per esempio, pubblicare dei report pubblici di una certa caratura, collaboriamo con varie istituzioni accademiche, varie università qui negli Stati Uniti soprattutto, per esempio Florida International University, George Mason University a Washington, John J. College of Criminal Justice a New York. Personalmente lavoro anche con l’Università di Edimburgo, abbiamo appena pubblicato un paper su una delle nostre missioni. Questo secondo me appunto è importante perché non solo facilità un certo tipo di collaborazione, ma mi capita spesso di essere invitato a parlare a studenti, a classi che appunto molto spesso non sanno nulla dei crimini ambientali o sanno solo quello che vedono in televisione, ma non vedono tutto quello che sta dietro che è molto complicato e mi fa molto piacere come tipo di collaborazione. 

In tutto questo complicatissimo mondo anche oscuro, non certamente dal lato tuo ma da quello di malfattori e terroristi, c'è un angolino di luce italiana, Think Italy, citato prima, una start up di e-commerce del 98 addirittura. C'è ancora? 

No non c'è più, è finita durante la prima crisi del Nasdaq nel 2001 e, appunto, è stata la prima o seconda società di e-commerce in Italia. Mi ricordo è stata il primo key study di Microsoft in Italia per il commercio elettronico, quindi parliamo della preistoria del commercio elettronico, adesso praticamente lo compri già fatto ma i tempi è stata una cosa molto complicata costruirlo, proprio, insieme a Microsoft. È stata una bellissima avventura che mi ha catapultato nel mondo del business ai tempi. Forse è stata un po’ troppo precoce come idea, perché mi ricordo nel 98, quando ho iniziato, ero circondato da persone che mi dicevano il commercio elettronico non funzionerà mai e invece ha funzionato, solo che nel frattempo sono uscito. 

Di che cosa ti occuperai nei video editoriali? 

Allora, forse il tema più importante di cui ci siamo occupati e ci stiamo occupando adesso e negli ultimi anni è quello della convergenza criminale nel campo ambientale ovviamente. Siamo tra i pionieri al mondo come organizzazione sulla ricerca e l'investigazione di quella che appunto viene chiamata convergenza criminale ambientale. Sono le stesse persone, gli stessi network criminali che, per esempio, si occupano di pesca illegale o di traffico di fauna selvatica o di deforestazione, traffico di legname, sono le stesse persone che contemporaneamente sono coinvolte in altri crimini seri, come riciclaggio di denaro, traffico di persone, narcotraffico, traffico di armi. Appunto c’è convergenza criminale in questi network. Questo è un tema molto nuovo nel campo della criminalità ambientale, non è un tema nuovo ovviamente in generale per chi si occupa di criminalità. È normale per esempio per gruppi terroristici o per la criminalità organizzata avere convergenza, quindi avere le mani un po' dovunque. Però nel campo della comunità ambientale è un tema molto nuovo, poco conosciuto, dove sono pochissime le organizzazioni come la nostra. Forse siamo gli unici ad avere non solo la possibilità di fare ricerca, ma di raccogliere informazioni di prima mano noi stessi con i nostri team sotto copertura in giro per il mondo.